Non ci sono più abituato, troppi anni milanesi.
Una volta deciso di partire con il blog Napolistories, pensavo di seguire la stessa metodologia di lavoro che applico normalmente: breve telefonata con richiesta di appuntamento per un’intervista e qualche foto, l’interlocutore che mi dice “sì, posso” oppure “No, non posso, facciamo un altro giorno”, e mi indica una data, un orario e un indirizzo. E spesso mi dà un limite di tempo, per poter rispettare un altro impegno.
Per un soggiorno previsto di sei giornate in città, avevo lombardamente programmato di portare a casa dodici interviste, ma comincio a dubitare che le cose andranno proprio così.
Oggi è lunedì, sono già a Napoli, e non ho ancora un appuntamento confermato. Sono in un tempo sospeso, guardo con malinconia l’Iphone, e aspetto.
Eppure, avevo cominciato a prendere i contatti una settimana prima di scendere a Napoli.
Le risposte sono state diverse, ma con esiti molto simili: “Nooo, ma adesso è presto, sentiamoci quando arrivi e ci mettiamo d’accordo!” , “Vabbuò, tu sai che io qua sto, vieni e in qualche modo facciamo”, “Sì, mercoledì pomeriggio dovrebbe andare bene, però sentiamoci all’ora di pranzo per confermare”. Quest’ultima è la frase che più mi manda nel panico. Già so che quel giorno non potrò prendere altri impegni, e che a ora di pranzo mi verrà detto che per oggi proprio non se ne parla, e che “facciamo domani però sentiamoci prima”, e io sentirò che ai pochi anni che mi restano mi è stata crudelmente sottratta una giornata, e che solo una lunga e approfondita visita alla Friggitoria Vomero potrà parzialmente lenire il mio dolore.
Irene Gironi Carnevale dice
La visita alla Friggitoria Vomero lenirà ogni male, sicuramente. D’altra parte Napoli è la città del “caffè sospeso”, atto di grande civiltà verso chi non ha possibilità di concedersi uno sfizio come un caffè ed è un emblema di un modo di essere, pensare con larghezza senza farsi inglobare negli schemi che tutti hanno. Il tempo sospeso, che fa imbestialire anche me nel cui DNA di figlia di militari è iscritto il dovere della puntualità, mi ha sempre fatto pensare che se avessi ceduto un po’ a questa filosofia mi sarei goduta di più la vita. Per tutto il resto c’è la Friggitoria Vomero, per fortuna!
mauro dice
Sempre favorevole ai godimenti, purché non rovinino le giornate altrui. Ma quello di cui parlavo non è tanto la puntualità, ma l’indeterminatezza. Restare vaghi, per non precludersi eventuali rapidi cambi di programma, a costo di lasciare l’intercutore appeso ai propri comodi.