Ci sono cose che quando accadono sembrano semplici nella loro perfezione.
Prendete ad esempio il caso del MANN, il Museo Archeologico di Napoli. Un’eccellenza di valore internazionale, che a visitare faceva cascare le braccia. Sale chiuse, statue e bacheche impolverate, un’ aura di rispettabile noia, col risultato che ci si andava solo dietro le insistenze di qualche amico molto tedesco e molto testardo.
Poi arriva un tranquillo signore dalla provincia toscana, che comincia a rimotivare il personale, ridisegna tutta la comunicazione (sito internet, brochure, libri), stila un preciso programma di cose da realizzare durante il suo mandato, e apre la struttura ai cittadini, invitandoli a sentir parlare scrittori, scienziati o chef, giocare a subbuteo o ascoltare gruppi jazz. Il risultato è che Napoli ha un nuovo (magnifico) polo d’attrazione, e che in tutta la città non si fa che parlare di lui.
Lui è Paolo Giulierini, occhi azzurrissimi, sorriso timido, gran lavoratore. Mi riceve alle otto del mattino, ma prima di me c’è già chi l’aspetta, e subito dopo è in programma una riunione. L’intervista è veloce, il direttore ha le idee chiare, e nei pochi minuti di saluti ci vengono in mente diverse cose da fare insieme. Si sente che interpreta il lavoro con rigore e creatività, che c’è un substrato di passione che la routine non riesce a scalfire, e che Napoli gli è già entrata nel cuore. Il suo mandato scade nel 2019, ma la sua signora mi perdonerà se intanto faccio domanda affinché glielo rinnovino domattina.
Irene Gironi Carnevale dice
Poi dicono che la cultura non paga!!!
Enrico dice
Questo Giulierini mi sconvolge, sembra un milanese!
mauro dice
Provincia Toscana, dove l’estetica non disdegna la pratica.