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Napolistories

Napoli com'è, come potrebbe, come non dovrebbe

Napoli non esiste

14 Settembre 2016 22 commenti

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“Napoli non esiste, è una vostra invenzione, di voi napoletani che la narrate, cantate, dipingete. Ormai è una città brutta e anonima come tutte le altre, è solo il vostro amore che la tiene in vita.“

Questo mi disse un’amica milanese di ritorno da Napoli, anni fa, e questo mi ritorna in mente ora che sto avviando Napolistories. Riuscirò ad essere obbiettivo, o interpreterò la realtà con gli occhi dell’innamorato?

Ma ci sarà un motivo se l’amiamo tanto? Chi me lo spiega?

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P.S.   Intanto ho fatto un esperimento. Ho provato a fotografare senza cercare “la grande bellezza”, ma semplicemente portandomi la macchina appresso mentre andavo a comperare il pane e i limoni. Il risultato è stato sconfortante.

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il MANN e Paolo Giulierini
Luca Di Martino

Comments

  1. Irene Gironi Carnevale dice

    14 Settembre 2016 at 15:18

    Dissento dal parere della tua amica milanese. Anch’io vivo lontana da Napoli da molti anni, ma ogni volta che ci torno mi si rimescola dentro tutto quello che mi porto appresso da una vita. Napoli è anche una città brutta, violenta, sporca come qualunque altra città, ma ha in sé sprazzi di bellezza che non ho mai trovato in altri posti. E non parlo del paesaggio, indiscutibilmente magnifico e superbo, parlo di qualcosa di impalpabile e inafferrabile ai più che scorre nelle strade, negli occhi della gente, nell’aria salmastra e intrisa di odori i più vari. Napoli è per me come tornare a casa e quando si torna a casa si sa che si troveranno cose belle e cose da dimenticare, ma è casa e la senti tua come un paio di scarpe comode, magari un po’ sformate, ma con le quali puoi affrontare le salite più impervie e correre giù per le discese come Via Kagoshima a rotta di collo. Mi sono chiesta molte volte in questi lunghi anni come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasta a Napoli e mi sono detta che forse sarebbe stata più semplice. Forse non avrei visto tanto spesso lo stupore impaurito negli occhi di chi guardava mio figlio autistico, forse non avrei sentito il distacco formale perché un vicino di casa a Napoli è anche invadente, pettegolo, ma di solito non ti nega una mano né un caffè. Napoli ti travolge e ti tramortisce, ma sa anche accoglierti e coccolarti, ti rende adulto prima del tempo perché devi stare “accuorto”, non abbassare la guardia, ma ti prende per mano con il profumo di una sfogliata calda, con un bicchiere d’acqua vicino alla tazzina che non devi chiedere, con un sorriso senza motivo tra la gente. In tutti questi anni di “esilio forzato”, quando ho visto precipitare Roma in una condizione di degrado totale che nulla ha da invidiare alla Napoli peggiore, ho continuato a sentirmi straniera in queste strade che ormai conosco come le mie tasche, ma sono tasche vuote di sentimento. Sarà che con l’età si tende a ricordare solo il bello, il positivo, eppure ho toccato con mano 10 giorni fa che quello che mi manca a Napoli esiste ancora: era nella chiacchiera con la fruttivendola di quartiere che pesava le pesche, era nella farmacista che non mi ha fatto pagare la misurazione della pressione informandovi sugli orari della guardia medica, era nel banchista di Bellavia a Via Luca Giordano che mi incartava le Maddalene, un sapore semplice e antico che qui, nell’antica capitale dell’Impero, non si sognano nemmeno. Era nella nostalgia feroce che mi attanaglia e mi appanna la vista quando vedo fuggire via Castel Sant’Elmo e poi il Vesuvio dal finestrino del treno e vorrei tirare il freno e correre indietro. Se in tanti l’amiamo così tanto Napoli, le ragioni ci sono e ognuno ha le sue.

    Rispondi
    • mauro dice

      14 Settembre 2016 at 15:41

      Irene, sei il sogno di ogni blogger.

      Rispondi
      • Irene Gironi Carnevale dice

        14 Settembre 2016 at 15:53

        Grazie! La mia chiacchiera logorroica in qualche caso è utile, meno male

        Rispondi
    • Gabriella Pascale dice

      14 Settembre 2016 at 16:36

      Con “le tasche vuote di sentimento” hai detto tutto. Grazie!

      Rispondi
  2. Robi dice

    14 Settembre 2016 at 15:26

    Ma no! Perché sconfortante?

    Rispondi
    • mauro dice

      14 Settembre 2016 at 15:43

      Perché ci sono strade di una bruttezza da lasciare senza fiato.

      Rispondi
      • Mosy dice

        15 Settembre 2016 at 19:44

        Caro Mauro, credo che in ogni giudizio che esprimiamo ci sia un po di noi stessi! Sono i nostri occhi mezzo per la nostra anima a cogliere il bello ed il brutto ed a volte il valore di una stessa situazione , dipende dall’osservatore. Ci sono momenti in cui passeggio per il centro in cui l’emozione di gioia il sentire la magia che pervade questa città mi fanno salire le lacrime agli occhi. Le tue foto riprendono una parte dolorosa della storia della città, quella raccontata dal film di Rosi ma quale metropoli non ha il suo ghetto . Ci portiamo dietro un senso di inferiorità del quale è necessario essere consapevoli per liberarcene. Quando ami , non ha importanza ciò che pensano gli altri. Ascolta solo te stesso e sono sicura che Napoli tornerà ad essere meravigliosa.
        Di Milano ho sentito dire ad esempio che è assolutamente insignificante. Mi chiedo come sia la tua amica milanese!

        Rispondi
        • Mauro Fermariello dice

          16 Settembre 2016 at 12:43

          Cara Mosy, la mia amica milanese è meravigliosa, bella e intelligente. La sua provocazione era dettata dallo sgomento di alcune situazioni così negative che è inutile fingere di ignorare. Amare qualcuno, o qualcosa, non significa perdonare tutto, assolvere sempre. È vero, anche per me Napoli è una meraviglia, ma una meraviglia perfettibile, e allora ben vengano le critiche.
          P.S. Milano non è per nulla insignificante, e ha il non piccolo merito di aver accolto con generosità tanti di noi.

          Rispondi
      • Marc dice

        22 Febbraio 2019 at 11:15

        Città orrenda, violenta, volgare e pacchiana anche nell’architettura, con edifici grigi o neri di un orrore incredibile senza gusto (non è Roma o Firenze per intenderci), però si mangia benissimo.

        Rispondi
  3. maria consiglio marotta gigli dice

    14 Settembre 2016 at 18:04

    Essendo napoletana a tutti gli effetti (certe volte, quando sono fuori, mi sento chiedere “Napoli Napoli?” per dire “Sei proprio di Napoli o della provincia?” Si, Napoli Napoli, quartiere Chiaia-San Ferdinando) non l’ho mai amata molto. Anzi, forse peggio, non mi sono mai sentita innamorata di questa città. Non avevo compiuto ancora tredici anni che mio padre mi disse che saremmo partiti, per molto lontano e per molti anni ed è stata la cosa più bella che mi potesse capitare in quel momento. Il basolato nero di pioggia su cui camminavo per andare a scuola in quell’epoca mi è rimasto dentro come uno schermo scuro, triste, desolato attraverso cui ancora oggi filtro tutti i miei ricordi di ragazzina. Voglio dire che sono cresciuta altrove, sono stata lontana davvero tanto tempo da questa città, ma poi da adulta e per mia scelta ci sono tornata. Continuo a non amarla e a non sentirmene innamorata, e però penso che il giudizio dell’amica milanese sia impietoso e severo. O comunque è un’osservazione che si potrebbe fare per molti luoghi, conosciuti più per gli stereotipi che per la loro vera essenza. Quello che oggi mi colpisce di Napoli, e che mi resta dentro, è un misto di emozioni. E’ la gentilezza inaspettata, la fatica vissuta con leggerezza, la confidenza e il sorriso di qualcuno che non conosci e non ti conosce. E’ uno sguardo che pare abbia duemila anni, l’eleganza di un gesto, certi modi di dire che fanno parte della lingua che sono assoluta cortesia, pura accoglienza. Tanto per fare un esempio, quando c’è qualcuno che sta mangiando, e dovunque sia e chiunque sia, dice “favorite” facendo il gesto di offrire. Da dove ci viene tutto questo? Dal Mediterraneo, come città di mare? Dalla cultura greca? Non lo so, ma inviterei l’amica milanese a tornare, mettere da parte Pulcinella e pizza e girare per le strade facendo attenzione a cose meno vistose e note.
    p.s. il blog è bello e interessante, grazie

    Rispondi
    • Mauro fermariello dice

      14 Settembre 2016 at 18:55

      Sto scoprendo, con grande piacere, che il blog è seguito da persone molto belle!

      Rispondi
    • mario conti dice

      16 Settembre 2016 at 18:59

      Leggo in ritardo questo commento, dopo aver depositato il mio. E mi piace ritrovarci lo stesso senso ultimo, espresso meglio che da me. Credo proprio che la lettura giusta stia lì. Peccato per la faccenda del non-amore. Saluti e cordialità.

      Rispondi
  4. Irene Gironi Carnevale dice

    14 Settembre 2016 at 21:29

    Mauro, la penultima foto è Via Cilea alle spalle di casa mia che era in Via S.Stefano, di fronte a Via Ugo Ricci, Parco Ottieri. Abbiamo vissuto più o meno nella stessa strada, visto che Via S. Stefano era il proseguimento di Via Belvedere. Te lo ricordi il Pagliarone?

    Rispondi
    • Mauro fermariello dice

      14 Settembre 2016 at 22:32

      Certo!

      Rispondi
  5. Annamaria dice

    15 Settembre 2016 at 9:36

    Bellissimo blog. Devo concentrarmi bene per dire qualcosa di stupefacente come i commenti letti qui sopra 😊 Ci vorrà tempo.
    Da milanese/ napoletana ho dentro tutto e il contrario di tutto.

    Rispondi
  6. Anna dice

    16 Settembre 2016 at 13:34

    Perché ti provoca dei sentimenti forti, la odi quando vedi le difficoltà e le opportunità che qui non hai,ti arrabbi quando vedi le cose brutte e soprattutto quando pensi a come potrebbe essere e non è …però c’è anche una grande bellezza ,una bellezza così viva che malgrado tutto ti prende ti dà delle emozioni intense.

    Rispondi
  7. mario conti dice

    16 Settembre 2016 at 18:50

    E’ che hanno tutti ragione. Come dice Octave in un passaggio della Regola del Gioco di Renoir.
    E non potrebbe essere diversamente. Quale città non ha orrori o tristezze da esporre? Persone, gesti, reazioni, facciate di palazzi, incuria di cittadini, da dimenticare.
    Ma non basta, una città può avere altro da dire, e da napoletano che vive altrove (in una città pur bellissima come Roma) e che gira molto e con gusto, sento di poter affermare che Napoli è una delle ormai poche città che ancora dicono. Poi naturalmente c’è da definirla, la bellezza; forse bisogna adeguarla ad un’estetica che evolve, capace di includere anche qualcuna delle vecchie categorie di “brutto”. Ciò non toglie che, se potessimo, con la bacchetta magica sapremmo bene dove mettere mano.
    Ma resta che l’amica di Milano non era in sintonia, magari alcune cose non hanno girato per il verso giusto, pochi dettagli ti cambiano completamente la prospettiva ed anche la disponibilità.
    E per suggerire una via d’indagine al padron di casa, direi che quello che ci strugge e ci tiene attaccati indissolubilmente a questo posto, il “motivo per cui l’amiamo tanto”, è un guazzabuglio di cose immateriali che ci mette in moto dentro, che nascono dai sensi quando ti aggiri per le strade, dalla quantità di sconosciuti che ti danno da parlare ovunque, includendoti con naturalezza nel loro cerchio; dalla nobiltà di un gesto povero dove non te lo aspetti; dalla consapevolezza – anche da un ignorante – di una storia grossa alle spalle. Dalla familiarità tanto col transitorio che con l’eterno. Per me è bellezza, anche questa.
    Perdonate lo sproloquio.

    Rispondi
    • mauro fermariello dice

      16 Settembre 2016 at 19:59

      Avercene, di sproloqui come questo. Grazie.

      Rispondi
  8. Rossana Spatola dice

    18 Settembre 2016 at 20:03

    Quando hai deciso di fare questo blog mi ero molto impaurita . Ho sempre pensato che noi napoletani parliamo troppo di Napoli e che se i fiorentini , i palermitani dico per dire , facessero la stessa cosa ,sarebbe una noia mortale .Tuttavia eccomi caduta nella trappola : che cosa è Napoli per me? È innanzitutto la città dove sono nata e vivo ,ed è quindi la città che conosco meglio e dove ho più ricordi ed affetti .Ma non solo. Tornai dagli Stati Uniti perché mi mancava proprio Napoli : la sua luce ,i colori , le stratificazioni di duemila anni di storia , gli artigiani , quella intelligenza di strada, gli sguardi sempre penetranti e vivaci , persino il traffico e la precarietà .Mi sono pentita ? Si , un po’ si . Ancora oggi ,quando sola e libera da impegni, mi tolgo i gioielli ed esco a ciondolare senza meta , ritrovo la Napoli della mia giovinezza che prontamente interagisce con la parte fanciullesca ed artistica di me e riprovo quella felicità. E nel lavoro ? Nel lavoro napoli per me è stata per lo più un inferno . Un solo esempio : fuori al reparto di terapia intensiva ,dove lavoravo ,un grosso cartello regolava le visite ai pazienti “L ingresso al reparto è consentito ad un solo parente dalle h14 alle h15 . Colloquio con il medico dalle h13 alle h 14 . ” Ebbene avrò fatto qualcosa come diecimila turni di guardia è non c’è mai stata una sola volta , ripeto , una sola volta su diecimila che non mi avessero chiesto ” il piacere ” di fare una eccezione .E la maggior parte delle volte ” il piacere ” mi veniva chiesto continuamente ed a qualsiasi ora . Per i napoletani le regole esistono solo per gli altri . Ad ogni turno ho sprecato energie preziose , concentrazione e calma , sottratte ai pazienti , semplicemente per fare rispettare le regole .Pensate che questo carattere così ribelle ,fantasioso ed anarchico giovi veramente alla città ?
    Concludendo : L idea del blog e delle belle storie dei napoletani che hanno realizzato i propri sogni vivendo “in “e “per “questa città è molto bella e fino ad ora ho molto apprezzato le scelte fatte da Mauro per le sue interviste /ritratto . Ora mi farebbe piacere vedere un intervista a qualche persona nascosta nella normalità e nel totale anonimato . Persone che resistono, cioè che riescono ,in un contesto cosí degradato a fare benissimo, e spesso con allegria, lavori massacranti e per nulla gratificati. Io sono molto grata a queste persone , e per fortuna ne ho conosciute tante, perché se la città ancora sopravvive nonostante le sue innegabili negatività ,lo deve soprattutto a loro .

    Rispondi
    • mauro dice

      19 Settembre 2016 at 13:21

      Cara Rossana, questa estate ho avuto una intensa esperienza ospedaliera a Napoli (mamma ricoverata, tutto risolto). Ebbene, tutti gli amici e parenti che chiamavano preoccupati, alla fine mi chiedevano: “Ma conoscete qualcuno? A chi vi siete affidati? L’avete detto che appartenete ecc.” L’idea che ci si affidi ad una struttura pubblica senza appoggi risulta a tutti impensabile. Non si fa fatica a capire quanto questa continua e reciproca raccomandazione appesantisca chi in queste strutture ci lavora. E sul rispetto delle regole, aspetta il post di mercoledì.

      Rispondi
  9. Gabriele dice

    23 Marzo 2019 at 20:37

    Ci stavo pensando da qualche giorno, dopo aver visto un bel documentario su RAI 5, Napoli e’ davvero cosi incredibilmente bella come la si racconta? Napoli non si puo discutere, non si vuole, se ti azzardi cadi in disgrazia anche qui al nord, ma queste righe mi paiono corrette e sensate e percio provo ad esprimere le mie emozioni senza paure. Vivo in un area d’Italia lontana geograficamente e storicamente dalle ricchezze storiche e monumentali Nazionali, ci vivo molto bene comunque, devo dire che mi avvicino da sempre alle grandi citta’ con il fascino dell’ esploratore piu che del turista. Se dovessi dare un giudizio dalle mie poche visite a Napoli, devo dire che sono cosatellate da stupore per opere d’ arte di valore altissimo, scorci davvero belli, gente simpatica con cui non ho difficolta ad interagire anche se a volte il mio Italiano viene scambiato per straniero 😉 tutto pero e’ immerso in una specie di difficolta oggettiva ad ottenere un risultato, sia un semplice parcheggio, che un indicazione stradale come pure un appuntamento in orario. Il visitatore rimane certo affascinato dai monumenti e dalla vista del golfo , ma penso sia difficile ne ricavi una sensazione di totale bellezza proprio per le difficolta che trova nel goderne. Probabilmente il milanese, inteso come generico abitante del Nord, quando arriva a Napoli si trova subito a confrontare quello che funziona nella sua citta’ e quello che non funziona a Napoli, Il Napoletano si difendera’ con le numerose specialita’ culinarie, la giovialita’ e il bel tempo, ma tutto questo non basta a rendere veramente bella una citta di per se altrimenti bellissima. A titolo di esempio prendo uno dei luoghi piu’ carismatici della Citta: Spaccanapoli, io mi ci ritrovo nel divertimento che mi danno i vari siparietti davvero incredibili che mi si parano di fronte ad ogni incrocio, ma sinceramente poi guardando all’ abbandono e il degrado di quei palazzi bellissimi, simbolo di una citta’ ricca e di gusto, la mancanza di rispetto per chi sfreccia con i motorini a 5 cm dal pedone, i venditori abusivi di sigarette (incredibile ma esistono ancora) insomma tutte queste cose che fanno tanto folclore ma che in realta sono dannose alla citta’, beh mi fanno dispiacere. Alla fine devo dire che resto un po’ confuso quando parlo di Napoli, probabilmente e’ davvero unica e quindi se vai a Napoli per visitarla come una grande citta tipo Roma, Milano, Londra o Parigi devi mettere da parte le aspettative e abbandonarti alla citta, con i pro e i contro.

    Rispondi
  10. Guido dice

    7 Dicembre 2020 at 16:21

    scrivo da Asti e non capisco nelle foto dove sia il problema.
    Nella mia città è pieno di strade come quelle in foto, e ce n’è di ancor meno graziose.

    Non si può pretendere che tutta una città sia bella secondo me .

    Rispondi

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