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Napolistories

Napoli com'è, come potrebbe, come non dovrebbe

La Repubblica e Napoli

9 Ottobre 2016 5 commenti

rep2

Pochi anni fa, in funicolare di Chiaia, mi fermò una signora, chiedendomi: “Ma lei è Mauro Fermariello?” In quei giorni avevo in corso una mostra fotografica, e mi sono subito inorgoglito, pensando “Ecco, finalmente sto diventando famoso”. Al mio assenso, la signora mi porse il mio portafoglio, “Allora questo è suo!”

Due settimane fa, invece, ho lasciato sempre lo stesso portafoglio (no, non sono diventato famoso e ancora non posso cambiarlo) allo sportello Bancomat, e un signore mi ha inseguito sventolandolo con aria trionfale.

Perché vi racconto queste banalità che interessano al massimo i miei familiari (che a questo punto stanno pensando di affiancarmi una badante)? Perché oggi, su La Repubblica online c’è questa notizia sconvolgente assai:

http://video.repubblica.it/edizione/napoli/napoli-100-euro-per-comprare-un-ipad-turista-truffato-con-una-mattonella/254655/254870?ref=HRESS-2

A dire il vero, qui le notizie sono tre. La prima è che c’è ancora qualcuno così fesso da pensare che si possa acquistare, al porto di Napoli, un Ipad per cento euro.

La seconda è che le forze dell’ ordine a Napoli sanno fare il loro mestiere.

E la terza è che sono i giornalisti di Repubblica a non saperlo fare visto che, se ci dipingono sempre e solo come mariuoli, la vera notizia sono i miei portafogli restituiti e non la piccola truffa al turista babbeo, secondo la regola aurea che in stampa ci va l’uomo che morde il cane e non viceversa.

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Ugo Matania, pittore
Gay-Odin

Comments

  1. Anna Rucci dice

    9 Ottobre 2016 at 11:41

    sai cosa mi disse anni fa un genitore di miei pazienti che campava facendo truffe alla Duchesca? Che era una truffa tra pari perchè chi voleva comprare una macchina fotografica che costava 500000 lire a 100000 voleva anche lui truffare .Grazie per avermi evocato questo ricordo molto divertente la verità è che l’onestà non è data dal quel rigo della carta d’identità che dice dove siamo nati.

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  2. Irene Gironi Carnevale dice

    9 Ottobre 2016 at 11:48

    I luoghi comuni sono duri a morire e purtroppo, senza fare sconti ad una città piena di problemi e contraddizioni, ci si marcia, soprattutto la carta stampata, sul cliché Napoli, pizza, mandolino, camorra, imbrogli. Qui a Roma sai quante volte sento dire: ” Ha fatto il napoletano” per esemplificare un comportamento scorretto o fuori legge. E questo mi fa molto incazzare perché anche a me a Napoli sono capitati episodi di enorme onestà, molto più che a Roma o altrove, e stigmatizzare, vedendo solo quello che fa comodo vedere, è immorale e in mala fede.

    Rispondi
  3. Francesco La Monica dice

    9 Ottobre 2016 at 13:20

    caro Mauro, è proprio così … per un quotidiano rievocare i tempi di “pacco, doppio pacco e contropaccotto” non è proprio il massimo dell’originalità!!! in effetti questa della mattonella non è che una variante tecnologicamente avanzata del mattone, visto che l’I-pad, oggi, “tira” molto più di una macchina fotografica, che rifilavano alla Duchesca quando ti facevano “il pacco” … niente di nuovo, quindi (tranne la location), sotto il sole!
    è che continuare a veicolare il napoletano come il “furbo” che prova sempre a fregarti non contribuisce neanche a modificare quella porzione della nostra indole che continua comunque ad abitare in una buona parte di noi.
    e dire che durante le vacanze giovanili, io e i miei amici abbiamo sfruttato a piene mani la naturale “napoletanità” che è in noi ma per rifulgere agli occhi di quelli che incontravamo per la capacità di sapercela cavare con poco in ogni occasione e (soprattutto!) per acquisire punti positivi agli occhi delle giovani fanciulle che riconoscevano in noi quelle doti di solarità, simpatia, capacità di coinvolgere e voglia di godersi la vita che hanno reso memorabili molti di quei momenti.

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  4. concetta squeglia dice

    9 Ottobre 2016 at 14:35

    Come è vero che ci stigmatizzano perché siamo napoletani! Ed è per questo che anche io quando posso faccio la mia parte per far capire quanto sia ingiusto.
    Ebbene ero al tavolino di un bar-ristorante e mi lamentavo con un giornalista (lì non per me ovviamente) per i luoghi comuni di noi napoletani ladri, imbroglioni e della fatica di dover sempre dimostrare la propria onestà, cosa che invece è risparmiata ai cittadini di tutte le altre città italiane. Il giornalista mi chiede scusa perché intanto non riesce a trovare il suo iphone e va a cercarlo in macchina. Dopo un po’ che il panico lo assale decide di chiamarsi…. Lo squillo esce dalla mia borsa!!! Ci guardiamo negli occhi, lui scoppia a ridere io volevo sprofondare sottoterra.
    Morale: Fate i cellulari con modelli diversi ne va dell’onore di rispettabili cittadini napoletani un po’ distratti e tanto sfigati😂

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    • Mauro Fermariello dice

      9 Ottobre 2016 at 17:27

      Vabbè Concetta, però così non aiuti la causa! 🙂

      Rispondi

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