A sedici anni, quando tutti erano marxisti, Franz era dadaista. Massimo, con due baffoni che lo rendevano simile a Toquinho, studiava da capitano di lungo corso. Tornare a Napoli per me è anche ritrovare amici dell’adolescenza, ed è un vero piacere. Franz Iandolo oggi è il coordinatore del corso di Nuove Tecnologie dell’Arte, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, mentre Massimo Vicinanza insegna lì Fotografia Digitale. Ho ricevuto la loro telefonata mentre ero alla Sanità, in pizzeria, pronto a intervistare Ciro Oliva. “Perché non vieni a farci una visita? Facciamo cose interessanti”.
“Formiamo artisti”, mi dice Franz. I futuri artisti arrivano alla spicciolata su all’ultimo piano dell’Accademia, due grandi stanze piene di luce. Si aggregano in diversi gruppi, alcuni intorno a un docente, altri in piccoli cerchi dove al centro c’è sempre un portatile. I computer sono ovunque, credo ci siano più computer che umani, qui dentro. Il sogno di Asimov. E i ragazzi con la mano non impegnata sulla tastiera, digitano sul telefonino. Le fogge sono bizzarre, ma siamo alle Belle Arti, e cinque anni di colloqui con i professori di un liceo artistico mi hanno temprato a tutto.
Franz forse mi vede perplesso, e subito mi spiega “La sensazione è quella di un grande caos, ma c’è una logica. Noi siamo un agglomeratore di forze, di progetti, di creatività. E lavoriamo con una didattica sperimentale, basata sulla trasversalità, ispirandoci ai principi della rete, dove tutto è connesso. I corsi non vengono divisi per anni, i ragazzi appena entrati si trovano subito a lavorare con quelli più grandi. Appena entrati, ricevono un piccolo opuscolo, che chiamiamo patto formativo, ed è un percorso di crescita personale che l’allievo si impegna a compiere”.
Intanto i ragazzi continuano a cambiare di formazione, i gruppi si sciolgono e si riformano. C’è chi fotografa, chi ritaglia sagome di cartone, chi filma, c’è un ronzio di una stampante 3D e un gorgoglio di caffettiera. Seguo quello e mi offrono un caffè. Un capannello di ragazzi si diverte con un aggeggio elettronico, dove il contatto fisico fa accendere una luce. È un’ottima scusa per baciarsi. Altri sono sprofondati su divani, e discutono animatamente intorno a un PC. Intanto incontro gli altri docenti, ai miei occhi sono giovani quasi come gli allievi, e in effetti escono tutti da questo corso.
Piano piano mi faccio prendere dal ritmo lavorativo dei ragazzi, li riprendo nelle diverse attività, loro mi accolgono semplicemente facendomi un po’ di spazio, sono abituati alle mie attrezzature. “È come una bottega greca, – continua Franz – ci sono dei maestri e, attorno a loro, ci sono degli allievi. Tutti insieme concorrono alla costruzione di cose che né il maestro né gli allievi sanno di che si tratta!” E, da queste parole, ho capito che ho voglia di tornare a studiare.
Enrico dice
Grande iniziativa, metodo fantastico. Una punta di invidia per chi può iscriversi! Io lo farei subito
Maria Rosaria dice
Lasciate perdere, tutte sciocchezze quelle che dicono. Ho trascorso tre anni in questo corso ed è il peggio dell’accademia di belle arti di Napoli. Scegliete un altro corso dell’accademia o meglio ancora scegliete un’altra accademia.
Jessika dice
Evidentemente non l’hai attraversato come avresti dovuto,
hai tenuto salde le tue convinzioni e non ti sei lasciata coinvolgere dal flusso del laboratorio!
Quel laboratorio è aperto a tutti ma non è per tutti!
Quello che non capite, non lo rifiutate coprendolo di insulti!
Siate umili e non lamentatevi solo!
Maria Rosaria dice
Ma fateVi un favore: cancellate queste frasi stupide e retoriche con le quali infinocchiate ragazzi immaturi e ingenui!
La verità è semplicemente che siete degli incompetenti che hanno la fortuna di guidare un corso accademico. Fortuna per voi e sfortuna per chi vuole apprendere e formarsi.
Il laboratorio di NTA è semplicemente il laboratorio di uno pseudo artista, tale Francesco Iandolo, “un artista” che non ha mai trovato adeguata capacità di esprimersi ma a cui il caso (chiamiamolo caso…) ha concesso la possibilità di guidare questo corso accademico e di “atteggiarsi” a maestro, trattando il laboratorio di un corso accademico formalmente pubblico in un laboratorio personale. Iscrivendovi ad NTA preparatevi a fare ciò che vi impone questo presunto artista e docente, autoritario ma sostanzialmente privo di autorevolezza.
E’ simpatico che nel video si faccia notare che uno studente è poi diventato docente. Diciamo anche che c’è un altro docente con la moglie. Che entrambi questi ultimi due docenti sono amici di vecchia data del coordinatore del corso. Un “tutto in famiglia” praticamente.
L’invito all’umiltà io lo rimando a voi e a lei, cara docente che ha risposto al mio commento dietro falso nome. Chi lo conosce e chi lo capisce da quel corso se ne scappa! E scappando ciò che può fare di buono e trattenere chiunque dall’idea di frequentarlo.
All’autore dell’articolo che dice di trovare i lavori visti in NTA “eccellenti”…no, niente, mi viene da ridere, scusi.
mauro dice
Sono felice di aver allietato la sua giornata.
paolo dice
finta mariarosaria le tue parole parlano per te.
IlaCapobianco dice
Scusa in anticipo per tutte le domande. Tu hai passato tre anni da studente in NTA, quindi mi sento più sicura nel chiedere a te alcune cose che di certo non posso chiedere a “Franz”, penso che tu capisca. Quello che hai detto sul corso coincide alla perfezione con ciò che mi era sembrato d’intuire in sede d’ammissione, qualche giorno fa. Quando controllo sul sito dell’accademia (risalente probabilmente al tardo pleistocene), o chiedo a collaboratori/docenti qualche info in più su come realmente si svolgano i vari corsi, come siano strutturate e alternate lezioni teoriche, pratiche ed esami, ottengo sempre risposte evasive e poco chiare. Stessa cosa per quanto riguarda un piano di studi personalizzato, che in teoria sarebbe inconciliabile col miscuglio di pratica e teoria omogeneamente cosparso su 9/10 ore giornaliere di attività laboratoriale di cui, a quanto pare, non puoi perderti nemmeno un secondo di “lezione”. D’altro canto “O sei con noi dalla testa ai piedi oppure fuori dalle scatole”. Mi è parso essere questo il tono di quell’ora di presentazione, al netto di tutta la retorica spicciola per convincere qualche sprovveduto convinto sul serio di essere un vero “artista”. Credi che mi risulterebbe difficile frequentare anche altre lezioni di altri corsi, che mi interessano sinceramente, senza risultare “outsider”? dove sta scritto che sono obbligatorie tutte quelle ore nel laboratorio per poter lavorare, studiare e dare gli esami? fare tutto quello che ti dicono, senza fiatare, è davvero l’unico modo per poter concludere l’anno senza che il docente di turno ti remi contro solo perchè ritieni sacrosanta un po’ di autonomia e indipendenza nel portare avanti un percorso di studi, e ti mozzi le gambe? è possibile passare anche solo un anno senza trasformarsi in operai, riuscendo però a mantenere i requisiti di merito necessari per beneficiare di una borsa di studio altrove? in questo corso quanto contano la tua preparazione effettiva e il tuo impegno rispetto al parere di qualche insegnante? è tanto facile essere esclusi, emarginati o penalizzati solo perchè la si pensa in un dato modo? scusami ancora per tutte queste domande, ma come ti ho detto non potevo certo farle a un professore, per ovvi motivi. Spero vivamente di sbagliarmi quando penso che in ‘sto corso non ci sia, in realtà, alcuno spazio per la crescita e la formazione personale, sia artistica che tecnologica, visto che quello che c’era è stato tutto già occupato dall’ego del coordinatore. Desidero sbagliarmi, iniziare l’anno e poter smentire tutto ciò che ho capito e supposto in questi ultimi giorni, ma la vedo dura…
Giovanni dice
Napoli, una città in continuo fermento. Ho molta fiducia nei giovani e nella loro voglia di fare.
michele dice
i giovani e queste realtà sono il futuro di napoli!
federica dice
che laboratorio incredibile! perchè non se ne parla? a napoli ci sono realtà che in qualsiasi parte del mondo sarebbero un’eccellenza!
Giacomo dice
questo metodo “democratico” di operare è solo a parole, c’è un unica voce ed un unico modello , si parla di eterogeneità ma in fondo la diversità viene arginata, i ragazzi sviluppano la crescita sotto una visione distorta e operano come manovalanza, i “maestri” non creano artisti ma adepti.
Di Napoli ha sicuramente la capacità di prendere in giro il prossimo.
erica dice
Sono estremamente d’ accordo con michele e con maria rosaria: questo articolo a richiesta mi sembra l’ atto estremo di farsi pubblicita usando un cognome famoso. Nelle pubblicita’ non e’ la realta’ che viene mostrata ma solo cio che si vuole mostrare. Bene, il corso di nuove tecnologie e’ il piu’ chiuso, asettico, anticreativo e antiartistico corso dell accademia di belle arti di napoli, ove le liberta’ di ogni studente di arricchirsi di cultura e di fare arte sono strettamente legate al suo piegarsi al fare produttivo, a progetti ove l individualita’ fa spazio alla superficialita del prodotto commerciale. L arte passione si trasforma in arte lavoro e lo studente e’ gia lavoratore aziendale sfruttato senza personalita ma in un amalgama di persone. Gli outsider tra gli alunni del triennio sono tanti e la carta parla: solo 5 iscritti al biennio contro i 30/35 presenti negli altri corsi specialistici della stessa accademia dinapoli, per non parlare dei professori tagliati fuori dall organico del corso perche’ esitavano nel rimandare o abbassare il voto a studenti “outsider” .
erica dice
Scusate sono d’ accordo con giacomo e maria rosaria
mauro dice
Vorrei chiarire. La richiesta è stata “vieni a dare un occhio e vedi se ti piace”, non è stato un lavoro commissionato per fare pubblicità al corso. Io ci sono andato, l’atmosfera mi è piaciuta, ed è nato il video. Sulla qualita del corso penso parlino i lavori svolti, che mi paiono eccellenti, e le richieste di saperne di più dall’estero, dove non è che si va perché raccomandati. E se poi volevano uno famoso, non chiamavano me! 🙂
erica dice
sig.mauro di sicuro lei e in buona fede e ha passato del tempo piacevole e di cio ne sono convinta.ma la realta e’ purtroppo un altra e.molti studenti se ne rendono conto quando oramai hanno gia intrapreso il percorso e pagato tasse…credo che i
commenti degli stessi studenti la illumineranno ulteriormente.
Andrea dice
Ho frequentato questo corso per 3 anni e posso dire con certezza che è il peggior spreco di soldi possibile se siete in cerca di professionalità e serietà. La maggior parte dei professori non ha la minima capacità da trasmettere allo studente che non sia la sua visione distorta e qualunquista dell’arte emarginando chi, pur avendo pagato la retta come gli altri, non la pensa allo stesso modo e portando avanti progetti più che mediocri considerando il numero di persone che vi partecipano (TUTTI i corsi di TUTTO il laboratorio) e che di “creativo” hanno ben poco. Questo solo per quanto riguardo il pensiero ed il metodo. Parliamo ora invece dell’essere studente in se. Dell’iscriversi ad un’università o ad un accademia per arrivare ad acquisire una qualifica e DI PARI PASSO delle nozioni che ti qualificano. Io in 3 anni ho acquisito delle nozioni tecniche che avrei potuto acquisire da solo in 3 pomeriggi. Scappate.
antonella dice
se vuoi nozioni tecniche vai ad un professionale. anzi come dici tu basta andare in internet dove ci sono tutorial su tutto quello che ti serve! in accademia stanno tutti nel giardino a non fare niente. e quelli che stanno nei laboratori sono pure chiamati lecchini. in accademia si studia e si è guidati dai professori in questo percorso. per chi ne ha voglia
Francesco Vitiello dice
ho visitato quell’Accademia a marzo, ne conosco in maniera diretta solo 2, 3 altre e devo dire che non posso dare un giudizio nel merito.
quello che so, però, è che, abitualmente, ci si scontra su due aspetti, irrisolvibili: uno è la presunzione di imparare ad essere Artista tramite un percorso formativo sospeso tra la struttura da scuola superiore ed il livello universitario (per chi non ha una indipendenza di valori, giudizio e capacità tecnica) da una parte e dall’altra avere la presenza “ingombrante” degli studenti “Artisti” che rifiutano le strutture formative, normative, sociali della vita accademica…
Specularmente, i Docenti Artisti non è detto che siano “versati” (o almeno interessati a dare un servizio decente) nella didattica, ma costituiscono una attrattiva per le immatricolazioni, mentre i Docenti delle materie teoriche, spesso supertitolati nello studio e nelle Discipline più moderne, sono precari da dieci e più anni, fuori dagli Organi di governo e scarsamente considerati organici al Corpo docente…
queste sono le questioni giornaliere, legate alle aspettative comuni, alle rivendicazioni da Assemblea o da corridoio della Segreteria docenti…
ma nel mezzo c’è anche altro, di peggiore o di meglio, c’è la Tradizione e il Futuro, il MADE IN ITALY, la Ricerca e la creazione di distretti produttivi innovativi, le startup… bisognerebbe capire prima quello che si vuole dal proprio piano di studi, adattarsi a quelle che sono le opzioni realmente praticabili e verificare che quello che si è fatto nel triennio abbia risposto positivamente a tutte le aspettative messe in gioco… le lagne ex-post, a ventiquattro anni, non mi convincono molto, se non ci si è adoperati al massimo per il proprio bene
detto facendo riferimento a tutti ed a nessuno in particolare