• Home
  • Interviste
  • Luoghi
  • Pensieri
  • Food
  • Chi sono
  • Contatti
  • Itinerari
    • Facebook

Napolistories

Napoli com'è, come potrebbe, come non dovrebbe

Elio Fusco

11 Aprile 2019 3 commenti

“Qualunque giocatore a Napoli ha il piacere di avere una palla ovale tra le mani, quella palla gliel’ha passata Elio”.

Mio padre è stato un buon giocatore di rugby, animato da una grande passione. Tutti gli amici che frequentavano casa erano ex-rugbisti, alcuni così intimi che per noi bambini diventavano zii. Rugbista era il dentista di famiglia, e da un rugbista andavamo a fare le analisi. Una volta smesso di giocare mio padre, pur di andare in campo, si sedeva in panchina come medico al seguito della squadra. Io avevo solo sei sette anni, ero impaurito e affascinato dalla forza di quel gioco, e non mi perdevo una partita di quelle giocate in casa. Mi è capitato così di assistere ad una delle imprese più belle dello sport napoletano: la conquista, da parte della Partenope Rugby, degli scudetti 1964/65 e 1965/66. Fu un impresa storica di un gruppo formidabile di atleti (ricordo al volo Marcello Martone, Mimmo Augeri, Vittorio Ambron, poi arrivò anche Marco Bollesan), guidati dal capitano-allenatore Elio Fusco. Elio era il rugby fatto persona. Pensava rugby, mangiava rugby.

Quei campionati furono vinti grazie alla feroce determinazione che seppe infondere alla squadra, ma anche al gioco che impose sui campi di tutta Italia. Il rugby in quegli anni era appannaggio delle squadre venete (Petrarca, Padova, Rovigo), fatte da marcantoni di stazza sovrumana. Quella in mano ad Elio era una “banda Bassotti”, troppo leggera per abbattere quei muri, ma abbastanza veloce per aggirarli. Impostò così un gioco “alla francese”, fatto di velocità e intelligenza, e vinse. Ricordo ancora la conquista del secondo scudetto, con la partita decisiva all’ultima giornata proprio contro la Roma seconda in classifica. La Partenope andò a vincere a Roma per 9-0, ed Elio uscì dal campo con un sorriso trionfante, pur con un dente in meno.

In quest’altra foto è con Marcello Martone, il cui piede magico assicurava punti su punti alla squadra.

Elio l’ho poi reincontrato qualche anno dopo, quando cominciai a giocare anch’io. Ma tra gli studi e i disastrati mezzi pubblici cittadini dovetti abbandonare dopo un anno e mezzo, ed è uno dei miei pochi rimpianti, il non averci provato seriamente. Ma di Elio ricordo l’attenzione, la dedizione al gioco. Il giorno che gli dissi che andavo via un mese ad Amsterdam, mi lanciò un pallone dicendo “tienilo sempre in mano, anche a casa, e giocaci sempre, fallo diventare tuo”. Sentivo che mi voleva bene, ma probabilmente voleva bene al ricordo di mio padre, con cui Elio aveva cominciato a giocare giovanissimo.

Tutti questi ricordi mi sono affiorati quando l’altro giorno ho ricevuto un invito da parte di Gigetto, uno dei figli di Elio, ad una cerimonia del Comune di Napoli per una Civica Benemerenza dedicata a Elio, dove presenteranno il libro che proprio Gigetto ha dedicato al padre, “Chiamatemi Elio”.

Stavo per scrivere a Gigetto che purtroppo quel giorno non sarei stato a Napoli, e che mi dispiaceva. Ma poi ho pensato che mi dispiaceva davvero, che volevo fare qualcosa di più che rivolgere ad Elio un pensiero distratto. E allora ho approfittato di un lavoro in città per andare a trovare Gigetto, strappargli una breve intervista e rubargli una copia del libro. Che è bellissimo, l’ho letto in tre giorni, non perdetevelo. E se potete, il 17 aprile andate alla cerimonia, si celebra un grande uomo di sport.

Statua Magica
Augusto De Luca

Comments

  1. Gigetto Fusco dice

    11 Aprile 2019 at 22:39

    É stato un piacere e un onore parlare di Elio con Mauro.
    Quando mi ha confessato che il libro gli è piaciuto ( anche scontando la percentuale di consenso dovuto all’amicizia che ci lega) sono stato veramente felice.
    Gigetto

    Rispondi
  2. riedi danilo dice

    14 Aprile 2019 at 20:40

    Mi piacerebbe esserci, io giocai con l’Esercito 1961 63 ed ho un bellissimo ricordo di tutta la Partenope. Salutami Augeri. Ciao e grazie..P. S. Io sono uno dei tanti trevigiani passati per Napoli.

    Rispondi
  3. RAFFAELE D'ORAZIO dice

    19 Aprile 2020 at 19:58

    GRANDISSMO GIOCATORE TECNICO , AMICO,COMPAGNO DI GIOCO DI VITA.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Categorie

Iscriviti alla newsletter

Ricevi gratuitamente via email gli aggiornamenti del sito

Ultimi Post

Augusto De Luca

Augusto De Luca

Elio Fusco

Elio Fusco

Statua Magica

Statua Magica

Vaso di Dario

Vaso di Dario

Cassetta porta Ushabti

Cassetta porta Ushabti

©2021 · NapoliStories · Privacy Policy · Winestories · Fotosintesi · inValgrande